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La sindrome da rientro.

La sindrome da rientro.
Dicembre è il mese in cui si festeggiano Natale e Capodanno; quest'ultimo, per i più fortunati, è l'occasione perfetta per fare un viaggio in moto.
 
Il viaggio, ogni viaggio, ha tre fasi: la partenza, lo svolgimento ed il ritorno; è di quest'ultima che vorrei parlare.
 
Il ritorno da un viaggio coincide spesso con l'insorgere di uno stato d'animo di stanchezza, di apatia e demotivazione, in cui l'umore è altalenante, poichè sono venuti meno i benefici del tempo libero.
 
Queste sensazioni sono i sintomi di una sindrome ben specifica che gli americani chiamano "post vacation blues".
 
Cosa è questa sindrome, che in Italia è definita "la sindrome da rientro"?
 
Tutto nasce dal contrasto tra il tempo libero ed il tempo complesso della realtà quotidiana intriso d'impegni familiari e lavorativi; il sogno di felicità e libertà legato al viaggio s'infrange sul tempo della realtà quotidiana.
 
La libertà che si vive nel periodo di vacanza è la possibilità di scegliere, a proprio insindacabile giudizio ed in piena autonomia, ciò che più vogliamo fare, che per il mototurista è vivere un'esperienza motociclistica totalizzante, come il viaggio.
 
L'apice della sindrome si ha al rientro al lavoro, vissuto come il più schiacciante degli impedimenti a vivere il proprio sogno di libertà.
 
Ma perchè tutto ciò accade?
 
L'idealità contemporanea ci ha tratti in inganno, facendoci credere che il tempo libero sia uno spazio libero.
 
Giorgio Gaber ne "La Libertà" cantava "Vorrei essere libero come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un'avventura, sempre libero e vitale, incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà".
 
Gaber, da uomo rispettoso dei valori qual'era, parlava anche della gioia di far l'amore in libertà, ma l'amore che egli intendeva non era ristretto al solo concetto di sessualità, anzi, egli auspicava che l'amore fosse la capacità di essere autenticamente sé stessi in ogni stato mentale ed in ogni luogo fisico.
 
Riprenderci la voglia di una vita piena significa stare alla larga da un'idea di felicità legata al concetto attuale che il "vero lusso" è avere tempo libero.
 
La libertà ed il piacere che il motociclista vive nell'andare in moto vanno ricercati anche nei gesti semplici, nelle piccole emozioni che ci sorprendono anche solo nell'itinerario in moto casa - lavoro, nell'incontro con  altri appassionati, nella compartecipazione ad un evento e persino nella fatica che si prova facendo quello che più amiamo, come ben sa l'endurista.
 
Questo atteggiamento mentale ci permetterà di sentirci davvero liberi in un tempo ritrovato e, tornare da un viaggio in moto, anche piccolo, sarà come aggiungere un nuovo tassello alla complessità della nostra storia personale ... e, tutto ciò, avrà un effetto "antidepressivo".
 
Buon Natale e Capodanno da Motoavventure.
 
FR
 
Immagine di Andrey Urzhumtsev, South Africa.