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STORIE STRAORDINARIE DI STRAORDINARI MOTO-VIAGGIATORI: SASAPLANET (parte 3)

STORIE STRAORDINARIE DI STRAORDINARI MOTO-VIAGGIATORI: SASAPLANET (parte 3)
 La ricerca dell'uomo incontaminato, il Karma e la "scuola" degli errori della vita saranno i componenti di questa terza ed ultima tappa di altissimo livello del nostro primo viaggio in "Breaking news" chiamato Salvatore Di Benedetto alias Sasaplanet.
Vi riporto come sempre la scheda di riepilogo con i suoi numeri:

Età: 33 anni
Km percorsi: circa 170.000
Nazioni attraversate: 29
Continenti: 4
Moto utilizzate: 6 (KTM 990Adventure, KTM 690 Enduro R, Honda Dominator 650, Yamaha Super Teneré 750 del '92, Royal Enfield Bullet 350, Suzuki DRZ 400)

e ti sei perso la prima parte del viaggio attraverso Salvatore clicca QUI

La seconda parte invece la trovi QUI

Avete indossato come sempre il casco? Protezioni? Guanti? Si lo so, posso sembrare esagerato ma questa terza ed ultima tappa ci porterà veramente ai limiti del non conosciuto.
 
Prima di tutto, come avevo anticipato la scorsa settimana, volevo aggiornarvi praticamente in diretta sul suo attuale viaggio in Africa. Sono riuscito a contattarlo e, nonostante i pochissimi messaggi, mi ha raccontato le solite disavventure made in SasaPlanet. Ma prevedo una notevole mole di nuove avventure e quindi non temete, ci sarà sicuramente un aggiornamento completo sempre in questa sezione Breaking news.

Ecco come mi aveva presentato questo viaggio nelle settimane precedenti alla partenza.
 
pt3Sasa02 motoavventure viaggi in moto sasaplanet

"Partirò per l'Africa il 27 febbraio e sarà un progetto sperimentale perché si tratterà di un viaggio a staffetta. Saremo in cinque e il percorso sarà dal Sud Africa fino all'Egitto. Una moto e una macchina faranno l'intero viaggio, mentre una seconda moto, una Suzuki DRZ 400, verrà guidata a turno dai restanti partecipanti. Tre dei cinque ora si trovano in Botswana e faranno Sud Africa, Namibia, Botswana e Monzambico. Poi uno di loro si darà il cambio con il quarto che attraverserà Tanzania, Kenia ed Etiopia e a quel punto io raggiungerò il gruppo per l'ultimo cambio e mi farò la tratta finale Etiopia, Sudan ed Egitto."

Tutto chiaro riguardo alla meraviglia di viaggio di cui ora ci darà qualche anteprima?
Salvatore dove sei? Quante emozioni hai già caricato nel bagaglio?

"Allora tanto per cominciare se non trovo come al solito un modo per fare viaggi problematici non sarei me stesso. Oltre a vari problemi alla moto, sto avendo infatti mille imprevisti in perfetto stile SasaPlanet come, ad esempio, rimanere senza batteria nel deserto oppure insabbiarmi senza accorgermi di aver perso di vista gli altri del gruppo e poi, per tornare a cercarli, rischiare di finire la benzina e così via. Per fortuna mi hanno aiutato le popolazioni locali ospitandomi nelle loro capanne e offrendomi cibo. Anzi spaghetti! Incredibile, cucinano gli spaghetti in mezzo al nulla! Ma poi ti racconterò. Ora comunque abbiamo superato da poco la Dancalia in cui ero già stato e te ne avevo già parlato. È un posto tra i più assurdi del mondo. Si trova in Etiopia nella zona del triangolo di Afar ed è una depressione a 155 metri sotto il livello del mare con il magma di un vulcano costantemente attivo. I colori, come vedrai dalla foto, sono strepitosi, sembrano quasi finti. Qui ci puoi entrare solamente se scortato e sembra veramente di stare su un altro pianeta. Domani dovremmo entrare in Sudan. Ci aggiorniamo quando torno per un reportage dettagliato."
 
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Lascio andare velocemente Salvatore che ringrazio per la sua disponibilità nonostante le difficoltà di reperibilità. Avremo il racconto completo al suo ritorno, promesso!
Se volete comunque seguire i suoi spostamenti eccovi ancora la sua pagina facebook
 
Torniamo sulla strada principale del nostro viaggio. La scorsa settimana Salvatore ci ha dato le parole chiave dei racconti di oggi. Riprendiamole.
Della DANCALIA ce ne ha appena parlato. Andiamo subito alla successiva: NEPAL.
 
"Viaggio incredibile fatto con una Royal Enfield Bullet 350 a Noleggio. È una moto indiana di 19cv per 200kg. Ho sempre pensato che un viaggio in quelle terre lo avrei fatto solo con una moto locale. Ovviamente per il mio stile non è assolutamente adatta e non c'era assolutamente motivo di sceglierla. Anzi c'era e si chiama anche in questo caso SasaPlanet. Con le moto fighe sono capaci tutti quindi si trattava di una sfida nella sfida. Infatti l'ho riportata al negozio di noleggio praticamente in scatola di montaggio ma anche se gliel'avevo distrutta, il proprietario era contentissimo perché avevo fatto un sacco di video e per lui era tutta pubblicità. Significava che con quella moto si può andare ovunque."

Se ti chiami SasaPlanet però!
 
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"In effetti non hai tutti i torti. L'ho riportata che era anche senza frizione. Ma come si fa a guidare in una città come Kathmandu senza frizione? Semplice. Basta nascere a Napoli e tranquillo che un modo lo trovi."

La parola chiave successiva sarebbe stata ELEFANTENTREFFEN (celebre motoraduno invernale, per saperne di più clicca QUI) e mi hai raccontato che ci siete andati in piena notte con 38 gradi sotto zero ovvero quando il freddo si trasforma in dolore.

"Esatto. Anche perché ho dovuto farmi gran parte del viaggio con la visiera alzata perché si era completamente ghiacciata e non vedevo più nulla. Ti lascio immaginare il dolore agli occhi e alla faccia."

Ecco, io ci provavo a non soffrire ma con te sta diventando impossibile.
Ma visto che ormai abbiamo imparato a conoscerti e a capire che anche questa sfida l'avrai portata a termine, proviamo a prendere il sentiero nascosto delle Emozioni. Raccontami un episodio veramente bello o particolare che non dimenticherai mai.

"In Kenia. Era durante uno dei primi viaggi organizzati con un'agenzia privata. Un giorno in un villaggio ho lasciato il mio antipioggia sulla moto. Dopo un po' torno e non c'era più. Lo comunico alla guida che a sua volta va a parlare con il capo villaggio. Era un vecchietto esile che sembrava potesse volar via alla prima folata di vento. Decide di riunire tutto il villaggio e comunica che se entro 5 minuti non usciva fuori quello che mi avevano rubato, avrebbe iniziato a picchiare persone a caso. A quel punto ho detto di lasciar perdere perché non era un oggetto di valore. Non potevo immaginare che si arrivasse a quel punto. Ma il nonnino non ha voluto ascoltare. Dopo 5 minuti l'antipioggia non è ricomparso e il vecchino ha iniziato a frustare persone del villaggio a caso come aveva promesso, donne e bambini compresi. C'era gente che fuggiva ovunque e io cominciai a sentirmi veramente in colpa. Dopo pochi minuti per fortuna l'antipioggia comparve nuovamente sulla mia moto. Il capovillaggio mi disse che in Africa queste cose non devono succedere, soprattutto nel suo villaggio, perché ci deve essere il rispetto per le persone."
 
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Ecco un altro dei motivi per cui credo tu voglia viaggiare. Ovvero scoprire cose che non si potranno mai trovare in nessun libro e in nessun sito web.
Ma tu punti di più all'impresa oppure a visitare posti nuovi?
 
"Sicuramente l'impresa mi attrae e quindi i miei viaggi sono sempre molto complicati perché mi voglio mettere alla prova. Oppure perché sono scemo. In ogni caso come ti ho già detto e ti ripeterò all'infinito, non voglio fare il viaggetto che può fare chiunque ovvero che prendi l'aereo, arrivi dove devi arrivare, trovi una moto pronta super nuova e super accessoriata con un percorso super pianificato e non ti devi portare neanche il casco. No, non mi interessa. Né posso partire sempre in moto dall'Italia perché, come ti raccontavo (vedi prima parte QUI), non ho il tempo. Detto questo, si, mi interessa molto visitare posti nuovi in cui non può andare quasi nessuno. Ma più di ogni altra cosa cerco il VERO. Faccio questi viaggi per vedere i comportamenti genuini dell'essere umano laddove si trovano persone con emozioni ancora pure che non sono stati ancora infettati dalla nostra tecnologia né si devono vestire bene per fare una foto. Mi attraggono anche quei posti di cui quasi tutti dicono che bisognerebbe avere paura."
 
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Ecco mi hai strappato la prossima domanda di bocca. Non hai mai paura?

"Sinceramente ho più paura in Italia."

In Italia? Perché?

"È a Milano che mi hanno rubato una moto. Ed è sempre in Italia che mi hanno rubato il computer in un Autogrill. In tutti i viaggi che ho fatto, invece, non ho mai tolto un bagaglio dalla moto. Nessuno ha mai toccato nulla."

E su questo gli do ragione perché ho avuto la stessa esperienza anche se non sono andato in luoghi con fanghi o dune di sabbia come Salvatore.
In compenso sento di aver trovato il sentiero giusto per arrivare al suo centro. È un percorso che non è stato battuto molte volte, l'erba cresce rigogliosa quindi è stato molto difficile individuarlo.
Arriviamo alla svolta spirituale. Credi nel Karma o in qualcos'altro?
 
"Mi hai beccato in pieno. Si credo nel Karma. Tutto quello che fai nella vita ti viene comunque restituito in un modo o nell'altro. Per questo cerco di compiere molto spesso le cosiddette buone azioni."

Hai mai avuto una prova durante un tuo viaggio di questo bilanciamento delle energie dell'Universo? Anche se in realtà dai tuoi racconti si potrebbe dire che ne hai avute ad ogni viaggio.

"Si in effetti mi capitano episodi miracolosi tantissime volte. Uno che mi viene ora in mente tra i più eclatanti è stato in Germania. Ho forato una gomma a 160 all'ora in una galleria alle 3 di notte. Tipica situazione quindi alla SasaPlanet da cui ne sono uscito ancora una volta sano e salvo grazie ad una specie di miracolo: quante probabilità ci sono che la persona in macchina dietro di te che assiste a tutto l'episodio, sia un motociclista e che ti porti a casa sua per regalarti una gomma che ha smontato dalla sua moto che aveva le stesse identiche misure?"

Perfetto, messaggio ricevuto.
Siamo in chiusura e quindi alle ultime curve prima del rettilineo finale.
Fammi la classifica dei 3 episodi più belli e dei 3 più brutti vissuti fino ad ora.

"Partiamo dai tre più brutti così poi torniamo a sorridere.
3) Quando mi si ruppe la frizione del KTM 990 in mezzo al deserto della Tunisia. Il racconto sarebbe lunghissimo ma te la faccio breve: eravamo in 4 ma quel giorno abbiamo attraversato un pezzo di deserto soltanto in due per poi raggiungere gli altri da un'altra parte. Era una tratta con sabbia molto molle e infatti ci insabbiammo a turno varie volte. Solo che io mi fermavo sempre a soccorrere il mio amico mentre invece lui tirava sempre dritto quando capitava a me. L'ultima volta che vado giù brucio la frizione per tirare la moto fuori. Lui mi vede ma anche quella volta tira dritto. Mi segno le coordinate di dove lascio la moto e mi faccio 3km a piedi nel deserto con abbigliamento da moto a mezzogiorno. Raggiungo l'asfalto, passa un Pickup e mi aiutano a riprendere la moto per poi portarmi all'appuntamento con gli altri. Il mio amico era tranquillo e beato a farsi il bagno in una pozza. Per essere gentili ti dico solo che da quel giorno non siamo più stati amici.
Quella è stata una delle volte in cui ho avuto un po' di panico.
 
 
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2) Il secondo momento più brutto credo sia stato la giornata passata in dogana al confine tra Argentina e Cile (trovate il racconto integrale nella prima parte)
1) Il ricordo più brutto in assoluto invece è stato quando mi hanno confiscato definitivamente la moto in Perù e quindi non ho più potuto completare il mio sogno di continuare il viaggio fino all'Alaska. Una ferita che ancora stenta a rimarginarsi."

Hai fatto bene a lasciare i 3 momenti più belli per ultimi. Mi era già venuto il magone.

"3) Al terzo posto metto un ricordo che non ha molto a che fare con i viaggi ma solo con il mondo delle due ruote. Ero in Marocco per fare una gara di Enduro ma la compagnia aerea mi aveva perso il bagaglio e quindi non avevo più gli indumenti tecnici per gareggiare. La voce si era diffusa per il paddock e dopo un po' hanno raccolto tra di loro tutto il necessario che mi sarebbe servito per partecipare lo stesso alla gara. Ero ridicolo con quei vestiti tutti fuori misura ma è stato un episodio di solidarietà che porterò per sempre nel mio cuore.
2) Secondo posto per la corsa con le Zebre. Mi hanno criticato per questo gesto ma avevo letto che sono animali che non soffrono lo stress e che quando riescono a farla franca durante una sessione di caccia dei leoni, tornano a mangiare l'erba senza preoccupazioni. Quindi, una volta appurato che non gli avrei causato nessun male, mi sono lanciato verso di loro per il puro gusto di sapere che velocità potevano raggiungere mentre scappavano. Vanno a 70km/h. È stato bellissimo!
 
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1) Il momento più bello in assoluto l'ho vissuto però in Laos. Quando arrivi in quei posti con tuta e casco sembri letteralmente un extraterrestre. Sono cose che non vedono quasi mai e i bambini cominciano a rincorrerti, toccarti, pizzicarti per capire se sei vero oppure no. In un tempio lasciai gli stivali al di fuori. Quando uscii vidi questo piccolo monaco che cercava di camminarci. Appena mi vide fuggì spaventato ma poi riuscii a parlarci e facemmo amicizia con un inglese maccheronico. Lui mi chiese un passaggio in moto per tornare a casa. Si trattava di massimo 300 metri ma in pochissimo tempo ci ritrovammo con tutti i suoi amici bambini che ci correvano dietro e lui dalla sella che li salutava come se fosse Obama. Quando scese mi disse che gli avevo appena regalato il giorno più bello della sua vita. Momento impagabile.
Ora capisci perché voglio viaggiare in questo modo? Sono cose che non troverai mai scritte da nessuna parte. Le puoi soltanto vivere."

Fino a quando non arriva il blog di Motoavventure a rompere le uova nel paniere rivelando questi segreti.
Scherzi a parte, ho capito perfettamente cosa intende dire Salvatore. Come ho scritto nella introduzione di questa sezione "Breaking news", a che serve vivere se poi non hai il coraggio di andarti letteralmente a prendere le Emozioni che ci rendono unici su questo Pianeta?

Siamo sul rettilineo finale ma prima di lasciare Salvatore l'ultima domanda: cosa è cambiato e cosa non è cambiato in te durante questi 10 anni di SasaPlanet?

"Bellissima domanda. È cambiata sicuramente la consapevolezza. A 23 anni non potevo capire né immaginare cosa può significare rimanere bloccato sulle Ande per tre giorni, ad esempio. Poi in questi 10 anni ho imparato piano piano a sistemare la moto da solo, a preparare i documenti, le lingue e così via con tutte le cose che ti servono durante i viaggi. Sono cambiato anche nella gestione del panico. Quando capisci che dopo due, tre, quattro volte te la cavi sempre, alla fine pensi che forse è così che funziona. Il panico non aiuta mai anzi peggiora sempre la situazione. Invece se resti calmo e provi a capire cosa puoi e cosa non puoi fare, vedrai che prima o poi qualcosa succede. È il famoso "take it easy". Tanto se fai errori puoi solo imparare e di conseguenza migliorare."

Hai appena dato una importantissima lezione che può essere utile nella vita in generale e non solo durante i viaggi.
Cosa non è cambiato invece?

"In un primo momento pensavo che non ci fosse qualcosa in cui non sono cambiato. Invece pensandoci bene c'è: ovvero la capacità di SOGNARE. Questa non è mai cambiata. Continuo ad essere innamorato del viaggio e della sua poesia. Sogno costantemente ma so perfettamente cosa sto facendo."
 
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Che dire, un finale così alto non poteva che essere il modo migliore per salutarci! Ma non pensare che ti lasceremo in pace. Ci sentiremo sicuramente per il racconto del viaggio che compirai in Africa quando uscirà questo articolo. Quindi preparati che mi sa che avrai molti fan da accontentare ancora una volta.

Noi invece ci vedremo la prossima settimana sempre di mercoledì per un nuovo viaggio. Ma chi sarà la nostra prossima destinazione? Chi sarà lo straordinario motoviaggiatore della prossima settimana visto che sono tutti quanti in giro per il mondo e tra poco mi toccherà corrergli dietro nel vero senso della parola, per riuscire a contattarli?

Che gente meravigliosa! Ne vedrete delle belle!
E se avete domande o curiosità non esitate a scriverci o a lasciare commenti qui sotto!
A mercoledì!
 
 
"Non pensare di non farcela.
Pensa se ci riesci!"

Riccardo Stuto
 

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